Parigi : Messaggio ai vicini, alla direzione e ai dipendenti della scuola Montessori « Plaisir d’enfance »

montepourris21-1024x724Ci siamo già incrociati qui in via du Pré-Saint-Gervais, dove da maggio si trova la biblioteca anarchica La Discordia. Alcuni di voi sono venuti ad incontrarci, altri hanno ricevuto dei volantini e dei giornali sulla Place des Fêtes o a Belleville, altri ancora sono diventati, o stanno diventando, degli habitués della biblioteca. La settimana scorsa è stata trovato all’interno della scuola di fronte un dispositivo di sorveglianza (in seguito documentato e distrutto), con una telecamera puntata sulla nostra porta, installato dai servizi «anti-terrorismo» della DGSI, con la benedizione e la discrezione della direzione della scuola.

Quindi da luglio, tutti (noi, il personale della scuola, la gente del quartiere, chi va a prendere i figli a scuola) siamo stati filmati dai servizi segreti. Quando entravamo o uscivamo dalla biblioteca, quando entravate o uscivate da casa vostra, quando venivate a prendere i vostri figli a scuola… Cosa ne pensate? E cosa dobbiamo pensare di una scuola, «Plaisir d’enfance», che lascia che i propri vicini vengano filmati senza dire una parola, che presta cortesemente i propri locali a delle spie sconosciute per metterci una telecamera nascosta?

E invece di scusarsi con noi tutti che viviamo in questo quartiere e con i vostri figli, che sono accolti in uno stabilimento che spalanca le proprie porte ai servizi segreti, cosa fa la direzione della scuola? Veniamo a sapere dalla stampa che hanno depositato una dichiarazione spontanea al commissariato e, per coronare il tutto, che non è a causa dell’intrusione della DGSI, ma «a causa dell’intrusione di militanti nell’istituto» (Libération di sabato 10 ottobre). Eppure avevano ottenuto un appuntamento con la direttrice finanziaria ed amministrativa Muriel Emery [1], appuntamento che si è trasformato in «negoziazione» telefonica con François Figueroa, tesoriere, per avere la conferma che una certa «Annie», la direttrice generale, aveva esplicitamente autorizzato delle spie, implicando così tutta la scuola, a piazzare un dispositivo tecnologico di sorveglianza in direzione della biblioteca anarchica di fronte, collegato al sistema elettrico della scuola e connesso alla sua rete wifi per inviare in diretta le immagini al QG dell’antiterrorismo, a Levallois-Perret.

I responsabili di questa scuola, ferventi difensori di metodi pedagogici che intendono «favorire l’autonomia del bambino» (in un mondo in cui l’autonomia è un crimine), dimostrano benissimo quanto valgono, in fondo. La lezione del giorno per i vostri alunni: «Con lo Stato siate sempre dei buoni collaboratori, con la polizia dei buoni delatori – rispettate sempre l’uniforme degli assassini». Una bella idea di autonomia.

E giusto per informazione, i «famosi» poliziotti che si sono presentati alla direzione di Plaisir d’Enfance a inizio luglio non rispondono più al numero di telefono che avevano lasciato. Forse hanno paura dello scandalo che incombe su di loro da quando abbiamo trovato la telecamera che ci (e vi) spiava e la notizia è venuta fuori, nostro malgrado, sulla stampa? Perché quella telecamera, nonostante quello che ci ha detto martedì scorso la direzione della scuola, è stata installata illegalmente. E ci rendiamo conto che quando i loro sporchi intrallazzi vengono scoperti, i servizi segreti si nascondono (e lasciano nei casini i loro minuti collaboratori). Spariscono, cosa che sanno fare bene.

Quelle e quelli di noi che hanno visitato la scuola martedì avevano privilegiato come prima scelta il dialogo, forse con delle illusioni (certo parecchio angeliche) basate sull’epiteto «Montessori» che la scuola si attribuisce (quel metodo educativo detto «aperto», spesso associato alle idee «libertarie»…). E ci siamo ritrovati di fronte a una negazione ridicola e vuote affermazioni filosofiche sulla legalità, così come a bugie svergognate sulla presenza «immaginaria» di una chilerica ordinanza di tribunale (che aspettiamo ancora di vedere con i nostri occhi, sempre che esista davvero). All’attenzione della direzione: se mai un giorno la ritrovate, sapete dove spedirla, all’indirizzo preciso che avete coscienziosamente dato alla polizia, che si fara un piacere di approfittarne per assillarci e minacciare l’esistenza di questo posto; una biblioteca anarchica, fatta di gente che rifiuta di essere filmata, schedata e sequestrata dallo Stato, che sia «legale» o «illegale», una distinzione che non aggiunge e non toglie niente al risentimento di questa vita rinchiusa da fili spinati.

E che la direzione pensasse «che fosse per filmare degli spacciatori» (Libération), o degli anarchici, o che non pensasse niente (le vostre versioni non concordano…) non ci interessa. Lo spionaggio e il controllo sono pratiche inaccettabili, chiunque riguardino e qualunque sia lo scopo cui servono. Promettiamo di fare la pessima pubblicità che merita a «quella famosa scuola Montessori che lavora coi servizi segreti contro una biblioteca anarchica». Contiamo informare su quello che è successo il quartiere, i vicini comuni e tutte le persone sensibili al controllo come alla giudizializzazione delle nostre vite.

A dipendenti della scuola: non abbiamo nulla contro di voi a priori, scegliete da che parte stare e prendete chiaramente posizione nei confronti della scelta della direzione. Siamo aperti alla discussione, alla solidarietà, all’aiuto tra vicini (promesso, se troviamo un dispositivo di spionaggio rivolto verso i vostri locali vi avvertiremo) e anche al dibattito. Potremmo persino perdonare al votro bulletto di aver pensato di essere stato il solo a fare karatè alle medie. Vorremmo cindividere con voi più di quest’amara esperienza, sotto la cappa di piombo della Ragione di Stato. Potremmo per esempio scambiarci informazioni sulle ragioni e la modalità di questa sorveglianza, condividere le notizie, etc. Siamo aperto tutti i lunedì dalle 16h, parliamone.

La rivoluzione non sarà «videosorvegliata».

Il 9 ottobre 2015,
Alcuni bibliotecari della discordia.

Biblioteca anarchica La Discordia
45, Rue du Pré Saint-Gervais, 75019 Paris.
https://ladiscordia.noblogs.org
ladiscordia(at)riseup.net

[Traduzione italiana a cura di Contrainfo, leggermente rivista da Non Fides]

[en français]

 

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