La sera di venerdì 27 settembre 2019, sei persone (otto, secondo altre fonti) a volto coperto hanno attaccato la prigione di Nancy-Maxeville, nell’est della Francia. Dopo aver bloccato le due strade d’accesso posizionandovi degli pneumatici ed incendiandoli, hanno fatto delle scritte sulla facciata della galera (“ACAB” e “Feu aux prisons”), lanciato dell’olio bruciato sulla porta carrabile e spaccato a martellate i vetri blindati dell’accesso del personale. Pochi minuti dopo si sono volatilizzate, prima dell’arrivo della polizia. [Riassunto dai media francesi].
I giornali fanno il collegamento fra quest’azione, che la polizia imputa ai “blac block”, e la manifestazione che si é tenuta il giorno dopo a Nancy, nel contesto dei due giorni di iniziative “Vent de Bure”, contro la costruzione di CIGEO, discarica di materiale radioattivo, a Bure, paesino nelle vicinanze. Lo Stato francese prevede infatti di costruirvi una serie di gallerie sotterranee a grande profondità, dove nascondere i fusti metallici contenenti i materiali di scarto, altamente radioattivi, dell’industria elettronucleare francese.
Ricordiamo anche che proprio in quella prigione é detenuto Kevin, compagno arrestato il 18 luglio scorso, durante il tentativo di rioccupazione del Bois Lejuc, bosco dove dovrebbe sorgere il cantiere di CIGEO. Il compagno é stato incarcerato per quattro mesi per non aver rispettato il divieto di trovarsi in quella zona, che lo aveva colpito durante l’ondata di arresti, perquisizioni e misure restrittive di giugno 2018.
[Tradotto da Insuscettibile di ravvedimento]