Incendio di un ripetitore di telefonia mobile, nella zona commerciale di Labège (Tolosa)
I discorsi bellicisti e la corsa al riarmo si accentuano sempre di più. La guerra è totale. Guerra di occupazione, guerra sociale, genocidio e devastazione. Macron vibra di gioia all’idea di continuare questo cammino lastricato di sangue e di miseria. Industria di guerra riarmo e austerità. Essere costretti a dover assistere impassibili alla masturbazione fallica di questi signori della guerra fa venire la nausea. Da una parte fiumi di sangue in piena e dall’altra montagne di denaro che si accumulano. Il ritornello è sempre lo stesso, asservire, dominare e annientare per accumulare sempre più potere e denaro. Quanto denaro possono ancora ingurgitare questi stronzi?
Sentirsi impotenti e sapere che in più quest’estate con i Giochi Olimpici ci prenderemo un’eiaculazione macroniana, non è il massimo. Fino a dove l’essere umano potrà accettare tutto ciò?
Nella notte tra l’11 e il 12 aprile nella zona commerciale di Labège, abbiamo deciso di incendiare un’infrastruttura della guerra in corso. Il 5G è un’infrastruttura chiave nella digitalizzazione forzata delle nostre vite, di questo mondo nuovo che ci vendono a colpi di innovazioni tecnologiche. Il 5G è un’infrastruttura chiave per un mondo nuovo sotto controllo, sotto sorveglianza permanente. Un’infrastruttura che permette di rovesciarci addosso sempre più merci connesse da comprare. Un’infrastruttura per la guerra moderna, teleguidata, intelligente e sofisticata. Un’infrastruttura per sfruttare, a spese dei dannati della terra, le risorse di questo pianeta. Energia, cobalto, litio, e ci fermiamo qui. Alla guerra totale condotta contro di noi, rispondiamo con la resistenza.
Volevamo anche rendere omaggio all’operaio morto a fine inverno in un cantiere di costruzione della terza linea del metrò, a due passi dal ripetitore incendiato.
Traduzione: Il Rovescio