A quanto pare quest’autunno è di moda il giallo fluorescente. A quanto pare si accompagna abbastanza bene con il blu-bianco-rosso. A quanto pare bisogna assolutamente esserci, partecipare, contribuire, perché c’è gente in piazza, senza organizzazioni, e ci sono danneggiamenti. A quanto pare se non ci si va si resta per forza davanti a internet.
Noi ce ne sbattiamo.
Le barricate sugli Champs Elysées non nascondono la confusione. I danni non possono rimpiazzare le idee antiautoritarie. Eravamoin piazza nel 2016, ci saremo di nuovo, ma non per difendere il vecchio mondo e le sue auto. E pensiamo che esistono un sacco di altre possibilità, basta cercarle.
Alle prime ore del 27 novembre abbiamo bruciato una macchina del servizio tecnico della polizia, davanti all’ufficio della rue Camille Desmoulins (lo stesso che aveva già perso i vetri quattro anni fa). La macchina con il simbolo di Enedis parcheggiata di fronte ci è passata pure lei. Enedis, con la sua filiale Gepsa [in realtà Gepsa è una filiale di Engie, gigante dell’energia, in special modo del gas, e dei servizi; NdT.], si riempie le tasche con le prigioni. Gestiscono per esempio la galera di Meaux, dov’è rinchiuso Krem (ti mandiamo un abbraccio, amico!).
Solidarietà anche con gli anarchici in prigione in tutto il mondo, da quelli dell’operazione Scripta manent in Italia, alla CCF in Grecia, alle persone recentement arrestate in Argentina.
La benzina aumenta? Useremo della diavolina.
Stuart, Kevin e Bob
[Tradotto da Anarhija.info]