Nella notte del 21 dicembre, vagavamo per Seyssins, fino all’ecoquartiere Pré Nouvel, un cantiere cominciato molti anni fa, che deve diventare l’ultima zona urbanizzata di questa enclave borghese. Là, abbiamo colpito a tre riprese, accompagnando i nostri atti di sabotaggio con delle scritte sui muri.
Spieghiamo rapidamente i motivi della nostra avventura, prima di narrare la nostra incursione selvaggia. L’eco-quartiere è l’archetipo del ghetto per ricchi che propaganda sapientemente uno sviluppo sostenibile. Grazie alla bacchetta magica del marketing ecologico ogni elemento del progetto diviene virtuoso, cemento ad alta qualità ambientale, rivestimenti in legno, orientamento bioclimatico degli edifici, stradine sinuose fra i bacini di fitoepurazione, lagune pensate in maniera intelligente per la riproduzione degli animali (addomesticati)…
E ringraziamo BNP Paribas [une delle più gradi banche francesi, che investe anche nell’immobiliare ; NdT.], Vinci Immobilier, Grenoble Habitat a altri titani della proliferazione urbana. La Lega per la Protezione degli Uccelli addobba i cavalieri della costruzione capitalista poiché essi hanno disseminato dei nidi per volatili presto frustrati dalla loro libertà e la Federazione Rhône Alpes per la Protezione della Natura, istituzione di cauzione ambientale, appone il proprio logo in fondo alla pagina.
Gli ecologisti sono gli sponsor morali del disastro dell’urbanizzazione, nessun dubbio a questo proposito, essi sono definitivamente dei nemici.
Li detestiamo tanto quanto tutti questi costruttori e mercanti di città.
Tanto quanto quei bastardi del 95° reggimento, che passeranno le feste in famiglia in uno di questi immobili ecologici pensati apposta per loro.
Tanto quanto gli innumerevoli ingegneri, architetti, urbanisti, direttori di lavori, tutta quella gerarchia pesate e pensante del confinamento domestico moderno.
Tanto quanto quella feccia opulenta che si compra degli spazi di pace fra la rocca Comboire e i contrafforti del Vercors.
Tutta questa marmaglia devasta la zona che non è ancora inglobata dalla città e mentre i soldati contemplano un paesaggio urbano sotto controllo e mentre tutti questi attori economici si riempiono le tasche, gli animali selvatici che vivevano lì una volta sono morti o cacciati lontano dal loro habitat.
Sappiamo perfettamente che la nostra azione notturna non ostacolerà l’espansione della bruttura urbana, ma perché ciò dovrebbe privarci della pubblicazione delle nostre intenzioni, oppure di una distruzione gioiosa, anche se poco efficace?
Sfuggi allo smog? Non alla nostra rabbia!
Abbiamo tracciato queste parole su un muro, di fronte alle ville situate sotto l’eco-quartiere. Prima, avevamo silenziosamente bucato i pneumatici di una decina di macchine, per mostrare a questa classe dominante che non è inattaccabile. Questa élite che odiamo è evidentemente responsabile dello sviluppo urbano delle periferie, di cui essa è allo stesso tempo beneficiaria e finanziatrice.
La nostra ecologia: sabotarti
Un po’ più su, abbiamo fatto una scritta su un muro di cemento appena colato, prima di sabotare, almeno speriamo, il quadro dei comandi di una gru, silhouette minacciosa sopra di noi. Potremmo compatire quei poveri proletari che tremano di freddo alla scoperta di questo spiacevole sabotaggio,
ma no. Hanno scelto di lavorare per delle imprese oltraggiosamente nefaste, che gelino un po’ invece di lavorare tutto il giorno per delle imprese di costruzioni.
I muri e le recinzioni avanzano, la montagna indietreggia
L’abbiamo scritto a fianco di una piccola costruzione in vetro, vetrina promozionale del progetto Helios, che deve ancora cominciare. Ci guardiamo, in un mix di emozione e di eccitazione, poi diamo questa schifezza pubblicitaria in pasto ai nostri martelli. Ci accaniamo un po’ a fracassare la facciata, prima che un tizio ci interpelli da un balcone, segnale della partenza. Uno di noi ha il tempo di finire il suo buco nella vetrata, passa il busto all’interno e agguanta rabbioso il modello del progetto. Prendiamo allora un gran respiro, i nostri petti si gonfiano di forza e di vita, assaporiamo ancora un po’ quest’effimera rottura con la noia, poi spariamo solcando la notte.
Approfittiamo di questo comunicato per salutare i/le coraggiosi/e incendiari/e che imperversano in questo periodo a Grenoble. I loro attacchi ci ispirano, e se scegliamo altri metodi, è perché fracassare delle cose ci inebria. Pensavamo che questa serie di incendi avrebbe fomentato la gioia dei ribelli della città, ma quello che abbiamo sentito nelle strade ci ha soprattutto sconcertati. Silenzi di riprovazione, critiche a mezze parole oppure disprezzo ostentato danno l’impressione che nessuno più voglia la sovversione del mondo, quando, infine, qualche teppista se la prende voluttuosamente con il potere. Amanti del caos, siamo solidali delle pratiche incendiarie e di ogni insubordinazione sincera ed esigente, qualunque siano i mezzi che essa si dà, al fine di scuotere le nostre esistenze mutilate.
[Traduzione: Anarhija.info]