Per noi che tendiamo verso la rivolta e la libertà totale, è inconcepibile che questo periodo (pre-)elettorale, utilizzato dallo Stato per legittimare i fondamenti di questa società e rafforzare la propria autorità, possa svolgersi senza problemi: i diversi candidati ed i loro partiti, chiamati a decidere delle nostre vite, che siano “piccoli” o “grandi”, restano dei nemici della libertà e dell’emancipazione individuale. Che siano borghesi (banchieri, viventi di rendite immobiliari, padroni…) o “del popolo” (professori od operai), rappresentano tutti un limite per i nostri desideri di una vita libera dall’autorità e dallo sfruttamento.
Lunedi’ 3 aprile, inizio delle ostilità: davanti ad ogni ufficio elettorale vengono installati i pannelli per i manifesti. Dato che i diversi pariti non potevano utilizzarli prima dell’inizio della settimana successiva, abbiamo colto l’occasione durante la settimana in corso per incollarvi diversi manifesti anti-elettorali, sia nel centro della città che in quartieri periferici come Palente e Orchamps. Questi attacchinaggi sono continuati nei giorni successivi, ricoprendo i manifesti di tutti i partiti senza eccezioni. Tra l’altro, i muri hanno preso la parola per esprimere il loro rifiuto delle elezioni e di tutti quei pagliacci che vi si presentano: sulle rive del fiume Doubs, dal ponte Battant, si poteva leggere “Non votata mai”. Altri slogan, come “Elezioni, trappola per idioti”, “Abbasso tutti i poteri”, “Abbasso il circo elettorale”, “Il voto è la rassegnazione, viva l’insurrezione”, “Le elezioni passano, lo sfruttamento resta”, “Il voto è la sottomissione”, “Gli eletti a fuoco, le urne in mezzo”, “Votare è legittimare le nostre catene”, “Né sinistra, né destra, nitroglicerina (A)”, o ancora “Abbasso tutti i capi – Fuoco alle urne”, sono stati tracciati un po’ dappertutto durante il lungo weekend di Pasqua. Fuori dal centro, la propaganda di numerosi pannelli è stata sabotata strappando i manifesti e con delle scritte: delle (A) e dei “All Elus [eletti] Are Bastards”, “Né Dio, né presidente”, “I padroni non si eleggono, si eliminano”…
Al campus universitario di La Bouloie, un’esposizione intitolata “Elysée-moi” [gioco di parole fra il nome di Elysée Reclus e la frase “Elisez-mi”, “eleggetemi”; NdT] è cominciata il 10 aprile alla Biblioteca Universitaria Proudhon. Pur pretendendo ridicolizzare i politici chiamati a governarci, questa esposizione resta comunque un invito a tutti affinché assolvano il proprio dovere di cittadini, cioè andare a votare; fosse pure scheda bianca. Il weekend prima di questa esposizione, un gran numerso di questi manifesti è stato attacchinato nei dintorni della Biblioteca Universitaria. Poco dopo il 13 aprile, giorno della sua inaugurazione, più di una decina di scritte sono venute a decorare i muri asettici del campus. Fra questi, si poteva leggere : “23 aprile [data del primo turno delle presidenziali; NdT]: sommosse ovunque”, “Astensione rivoluzionaria”, “Abbasso il circo elettorale”, “Le urne in fuco, i politici in mezzo”, “Elezioni, trappola per idioti”, “Votare è sottomettersi”, “Né Dio, né padrone”, “Attacchiamo tutti i poteri”, “Sabotiamo le elezioni”, “Fuoco al potere”, etc.
Nella notte fra il 17 ed il 18 aprile, il deputato dei Verdi della seconda circoscrizione del Dipartimento del Doubs, Eric Alauzet (che é anche consigliere municipale per l’“unione di sinistra”) ha avuto una visita al 59 rue de Belfort: al pianterreno di questo edificio borghese, le serrature della porta del suo locale, così come quella della sua cassetta delle lettere, ridipinta per l’occasione del colore della merda, sono state ostruite con della colla. I muri dell’edificio che danno su rue de Belfort sono stati ricoperti con delle scritte: “Alauzet semina delle telecamere”, “Big brother is watching you”. Queste scritte fanno riferimento all’adozione di un nuovo piano di installazione di telecamere di videosorveglianza (34 in totale), durante l’ultimo consiglio comunale di Besançon, che quella schifezza di Alauzet ha approvato.
To be continued...
GAME OVER – Groupes Anti-Mascarade Electorale Œuvrant Véritablement pour l’Emancipation et la Révolution
(Gruppi anti-mascherata elettorale operanti per davvero per l’emancipazione e la rivoluzione)
[traduzione : Anarhija]