A una trentina di kilometri a sud di Parigi, nel dipartimento dell’Essonne, nel comune di Vert-le-Petit, c’è il Centro di ricerche del Bouchet, uno dei poli del nucleare e dell’industria degli armamenti.
È li che, nel 1820, è stata fondata la Polveriera nazionale del Bouchet, ecco perché, durante la Prima guerra mondiale, 5000 operai vi producevano delle enormi quantità di polvere da sparo e di munizioni, per approvigionare il fronte.
Dal 1929 al 1940, senza che questo significhi l’interruzione completa della fabbricazione di munizioni classiche, questa struttura orienta una gran parte della sua attività verso nuove tecnologie, legate all’ipotesi di un conflitto in cui verrebbero utilizzati dei processi chimici, biologici e batteriologici.
Nel 1946, una parte del sito è assegnato al Commissariato per l’Energia Atomica (CEA), che vi installa e vi fa funzionare fino al 1971 la prima fabbrica francese per il trattamento di minerale grezzo, per la raffinazione e la conversione dell’uranio e per il trattamento del combustibile nucleare esausto. Tra l’altro, è lì che il trattamento del combustibile irradiato della prima pila atomica francese, la pila Zoé, ha permesso, nel novembre 1949, di estarre i primi milligrammi di plutonio, tappa essenziale per la fabbricazione della bomba atomica francese.
Negli anni 1950, la produzione di uranio metallico aumenta progressivamente: 51 tonnellate di uranio metallico prodotte nella fabbrica del Bouchet fra l’inizio del 1952 e settembre dello stesso anno, il massimo annuale di 500 tonnellate è raggiunto nel 1956, anno durante il quale viene costruito, a qualche kilometro da lì, il sito del CEA di Bruyères-le-Châtel, per progettare l’arma atomica francese.
Durante gli anni ’60, e fino alla sua chiusura nel 1971, la fabbrica del CEA del Bouchet resta una fabbrica pilota per quanto riguarda lo sviluppo di nuovi procedimenti chimici di trattamento dell’uranio. All’epoca, al Bouchet si producono più di 4000 tonnellate di uranio metallico, specialmente per i reattori di ricerca e per i reattori UNGG (uranio naturale-grafite-gas).
In seguito, sul posto viene installato il centro della Direzione Generale degli Armamenti che si occupa della “difesa e della protezione contro le aggressioni di tipo nucleare, radiologico, biologico e chimico (CBRN)” e che vi inaugura, nel 2013, un laboratorio di tipo P4.
Nelle loro vicinanze si trovano oggi la ditta LIVBAG, la cui attività principale è la fabbricazione di prodotti esplosivi, la società ISOCHEM, specializzata nella chimica di punta, la società STRUCTIL (acquistata da Hexcel nel 2017), specializzata nella produzione di materiali profilati ad alta performance, per i settori aerospaziale, della difesa e per l’industria, e un centro di ricerca e di sviluppo, specializzato nel campo dei materiali energetici, che appartiene all’impresa Ariane Group (gruppo che produce, in particolare, i lanciatori spaziali Ariane 5 e Ariane 6 e i missili balistici M51, che armano i sottomarini nucleari lanciamissili, di cui ogni missile ha una potenza di distruzione equivalente a 1000 volte Hiroshima).
A qualche kilometro da lì, nella notte fra giovedì 25 e venerdì 26 maggio, per cercare di comprometere le loro attività, abbiamo attaccato la rete RTE [società che gestisce la rete di trasmissione dell’energia elettrica ad alta tensione in Francia, come Terna in Italia, ndt], incendiando i tre cavi da 63kV che scendono lungo ciascuno dei due piloni, al bordo della foresta di Saint-Vrain, e che alimentano in parte la rete di distribuzione elettrica di quella zona.
Null’altro che queste parole: “I cavi stanno sotto i piloni”.
Jane Birkin e i vermi luccicanti del bosco a fianco
Nota: Jane Birkin è stata una cantante e attrice franco-britannica, la cui morte, pochi giorni fa, ha scatenato il solito battage mediatico (ndt).
Traduzione : La Nemesi