Il processo del 20 settembre, che avrebbe affrontato il ricorso contro la condanna a 4 anni di prigione, non ha potuto avere luogo a causa dello stato di salute ancora critico del nostro compagno Boris, che continua ad essere tenuto in coma artificiale.
I giudici hanno deciso di “liberarlo” senza controllo giudiziario e di rimandare il processo a data da destinarsi.
Possiamo solo rallegrarci del fatto che Boris non sia più sotto il controllo dell’ amministrazione carceraria, purtroppo non ha ancora chiuso i suoi conti con il sistema giudiziario, poiché la fine della sua pena (di detenzione preventiva) e il suo appello sono solo sospesi e rimandati a data da destinarsi.
Le parole e i fatti che si moltiplicano in solidarietà con Boris fanno nascere in noi il desiderio di vivere al di fuori di ogni autorità.
Anarchici solidali e complici,
28 settembre 2021
[Traduzione: Inferno Urbano]