Nella notte di lunedì 16 aprile, 3 agenzie immobiliari, un Apple store e gli uffici di un’azienda del settore dell’edilizia e dei lavori pubblici sono stati vandalizzati nel centro della città di Grenoble.
Distruzione e devastazione hanno sempre rappresentato sia l’obiettivo che i mezzi, per individui ribelli, per vivere la propria negazione del mondo. Da piccoli atti a grandi attacchi, gesti sparsi, affascinanti e miserabili, concretizzano una vera conflittualità contro tutti i poteri.
Recentemente in questa città varie sedi di enti di alloggi popolari sono state rovinate. Inevitabilmente, i dirigenti di queste istituzioni e della città hanno predicato, piagnucolando, a proposito della loro funzione sociale in favore dei poveri. I pennivendoli del luogo, virtuali e cartacei, hanno ovviamente trasmesso questa spudorata ipocrisia. Irritati dalla loro sfacciataggine, questa notte impugniamo i nostri martelli, uscendo per devastare degli uffici, come eco a questi attacchi contro gli enti di alloggi popolari.
Iniziamo con rammentare che la distinzione pubblico/privato è un artificio del dominio sociale. Quelli di sinistra ci sono cascati, gli anarchici no. Tutto è privato! Il pubblico non è altro che il privato che appartiene allo Stato. Un proprietario, eletto o meno, sarà sempre un nostro nemico. Il privato implica privazione, in questo caso di un tetto. Non ci resta altro che la strada, i campi, i posti occupati o l’accettazione forzata del racket istituito dall’ordine proprietario.
Lo spossessamento generalizzato della possibilità di costruire e abitare ognuno secondo suo piacimento garantisce potere e profitto ad una cricca di parassiti estremamente organizzati: padroni di aziende edili, ingegneri, ufficiali giudiziari, notai, banchieri, assicuratori, agenti immobiliari, funzionari pubblici, proprietari… senza dimenticare i loro mercenari, vigilanti, sbirri, secondini e all’occorrenza, militari.
Considerando che le classi borghesi fanno abilmente causa comune nel furto permanente degli alloggi, che la legge e il denaro ci sottraggono la possibilità di vivere liberamente
Perché dovremmo protestare contro l’incompetenza di tali istituzioni, contro l’avidità di tale proprietario, contro l’ammontare degli onorari di quel notaio? Perché oberarsi con dettagli quando rifiutiamo totalmente l’organizzazione sociale repressiva delle nostre soggettività? Secondo la giusta espressione di un fantastico ladro [Marius Jacob; NdT] “non chiedo nulla a quelli che odio e disprezzo”. Allora perché ancora rivendicare, negoziare, dialogare con una burocrazia fondamentalmente autoritaria quando non sogniamo altro che la sua rovina?
Assiduamente refrattari a questo mondo che non è nostro, abbiamo creduto fosse possibile disertarlo per crearne degli altri. Nei vuoti, gli interstizi, gli spazi abbandonati, i boschi, ai margini, ci siamo vivamente tuffati nella speranza di prendere il largo. Ahimè, ogni tentativo di evadere oltre ciò che è si è immediatamente concluso con un altro incarceramento nelle galere del vecchio mondo. Non potendo e non volendo più fuggire, abbiamo cessato di girare le spalle al nemico per affrontarlo, forti della nostra audacia. Dato che non esiste un altrove, un fuori dal controllo esorbitante delle nostre vite, non abbiamo altra scelta che armare le nostre rabbie e le nostre gioie, e abbandonare i nostri esseri alla rivolta, alla resistenza.
Approfittiamo di questo testo per contribuire a far uscire dall’ombra una brutta pagina di repressione. Diversi/e individui etichettati come “associazione dei malfattori” sono stati/e perquisiti/e, quasi contemporaneamente a Limoges, Toulouse, Ambert e Amiens. Accusate di aver incendiato dei veicoli della gendarmeria (Limoges) o di aver commesso devastazione in gruppo (Clermont), tre persone si trovano in custodia cautelare per una durata da 4 mesi a 4 anni[1], mentre le altre sono in fuga. I media hanno sicuramente ricevuto l’ordine di chiudere la bocca, perciò noi intendiamo aprirla.
Ai/le perquisiti/e, agli/le arrestati/e e agli/le ricercati/e inviamo la nostra piena solidarietà.
P.S. Perché Apple store? Nessun legame con le abitazioni, ma se dovessimo trovare dei motivi per distruggere le vetrine di questa azienda, l’inchiostro scorrerebbe per molto tempo. Al di là dei motivi strategici per farne un bersaglio, sperimentiamo innanzitutto delle esperienze sensibili.
Muscoli e nervi
sublimizzano la nostra rabbia
colpiamo il vetro
la distruzione ci libera
[1] NdT : Due compagni sono stati rilasciati in aprile sotto sorveglianza giudiziaria. La persona arrestata a Limoges il 27 marzo è tuttora in detenzione preventiva.
[Traduzione : Anarhija.info]